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Tolkien è un autore non solo capace di recuperare una lunga tradizione di fonti storico-letterarie, ma soprattutto di rilanciarle in chiave originale sul tavolo verde della narrativa del XX secolo. È un crocevia per il quale è necessario passare muovendosi in molte direzioni attraverso i generi fantasy e fantastico. Ecco l'importanza di una sua lettura in parallelo con i grandi modernisti Ezra Pound, Virginia Woolf e William B. Yeats o col Surrealismo di Breton, ma anche per un confronto col maestro del genere horror H.P. Lovecraft, senza dimenticare il debito dichiarato di Tolkien nei confronti di William Morris, il maggiore esponente di quel medievalismo ottocentesco che costituisce il retroterra della sua opera. Nelle sezioni finali si arriva al mondo contemporaneo, con riflessioni sul rapporto con due esponenti importanti del fantasy odierno, George R.R. Martin e Joe Abercrombie, per giungere all'ampliamento della narrazione tolkieniana attraverso cinema, giochi da tavolo e videogame nel filone di ricerca sulla convergence culture avviato da H. Jenkins.